Varietà selezionata dal dott. Mario Dadomo. Particolarmente adatta alla produzione di marmellate.
20.000 SHU
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Semi disponibili presso l'Associazione Pepperfriends
JAMY
Forse il bello dei raccolti che arrivano in autunno, fra una castagna e l'altra, è che, coi loro colori, inevitabilmente ti fanno vivere ancora un po' d'estate. Cassette di tutti i colori come le magliettine sbracciate che tutti portano sotto il solleone, frutti gialli come il sole o di rossi e aranci così accesi e vibranti che sembra buttino fuori tutto il calore che hanno assorbito durante la bella stagione.
Anche se quest'anno è stato un po' autunnale da questo punto di vista, c'è comunque un frutto che mi ha chiamato per giorni, col suo arancio quasi fosforescente, prima che mi decidessi a coglierlo: il Jamy.
Sin da prima della semina, questo frutto mi aveva affascinato per la sua presunta caratteristica di essere ideale per le marmellate. "Ma non è piccante!" "Sa di poco come peperoncino!" "Rubi spazio ai superhot!" sono solo alcune delle cose che mi son sentita dire, ma già allora, all'epoca in cui non preparavo marmellate perché proprio non mi piacevano, facendo finta di ascoltare fantasticavo su che sapore potesse avere questo incredibile frutto per essere considerato così adatto a farci un dolce. Sarà fruttato? Agrumato? Peperonoso ma dolce? I vari "i baccatum sanno.. di baccatum, non saprei descriverlo!" di quelli a cui cercavo di estorcere informazioni non facevano che mettermi altra curiosità, anche perché quasi nessuno sembrava aver coltivato il Jamy. E se fosse snobbato da tutti perché effettivamente poco gustoso?
Quanto ho pensato a questo frutto, dall'archetto ai primi fiori, dai pesanti frutti verdi al loro interminabile viraggio verso un ricco arancione, così intenso da dare l'impressione di pulsare. Con quel colore ho capito che non c'era più bisogno di aspettare.
La prima cosa che colpisce di questi frutti è il colore, un arancio intenso che sembra quasi fosforescente. Anche senza assaggiarlo, anch'io avrei pensato subito a una marmellata: un colore così fa pensare alla frutta matura, ai mandarini dolci, a qualcosa di zuccherino, e il peso abbondante rispetto alla taglia preannuncia una buona quantità di polpa.
Lo taglio a metà, e subito si sprigiona un aroma piacevolissimo, così forte che non è necessario avvicinarsi al frutto aperto per sentirlo: un odore inizialmente di peperoni buoni, che dopo un secondo si perde in note dolciastre di carote, pesche tabacchiere e fiori di viola. Mi vengono in mente i petali di fiori brinati con lo zucchero e le tortine Camille..
Procedo all'assaggio, partendo da un pezzetto di punta: è davvero dolcissima, sugosa, sa di mela rossa e spezie.. sembra di mangiare una golosa torta di mele, e anche quando, dopo qualche secondo, compare anche il sentore aspro e erbaceo tipico di molti peperoncini aromatici, questo rimane appena accennato, coperto dalla dolcezza tipica più di un frutto maturo che di un peperoncino. Questo contrasto, dolce-asprino, rafforza ancora più l'idea di una mela matura, anche grazie a una piccantezza praticamente assente. È contemporaneamente polposo, croccante e sugoso, e viene quasi da leccarsi le dita, perché è inevitabile immaginarsi che di tutto quel sugo dolciastro, qualcosa si dev'essere appiccicato alle mani durante la raccolta e il taglio.
Prendo un pezzetto dal centro, e mi stupisce subito con uno spiccato gusto piacevolmente aspro e oserei quasi dire salato, di scarsissima persistenza ma intenso e netto. Cosa lo va quasi subito a sostituire è ancora più insolito: il nettissimo, inconfondibile gusto dolce del miele d'acacia, che si sviluppa, in questa parte, anche nel profumo. Diversa anche la consistenza: la polpa di spessore minore (seppur abbondante!) rispetto alla punta fa risaltare maggiormente la buccia un po' coriacea, che dà al boccone un che di leggera fibrosità, dando ancora più risalto alla quantità di succo. Anche qui, la piccantezza è scarsa, e localizzata unicamente nella placenta.
Vado avanti assaggiando un pezzetto dalla cima, vicino ai semi, e di nuovo cambiano i sapori: si sente un gusto dolce come quello dei peperoni a corno, per un attimo torna il miele e infine, con mia grande sorpresa, sento quell'amaro ferroso tipico dei vegetali, che mi spiazza un po', eppure non risulta sgradevole, pur se insolito.
Mi piace molto questo frutto, e non solo per la sua bellezza e il suo colore ricco e vibrante. È un concentrato di tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un Capsicum, al netto dei difetti: è dolce come i chicchi di zucchero, profumato come i fiori, succoso come un'arancia, croccante come una mela e spesso, in proporzione alle dimensioni, come una sontuosa zucca invernale, dalla quale ha preso in prestito anche i colori, si dice: ma a me, quell'infinita serie di sfumature di rosso e di arancio, intense da sembrare finte, ricordano più i primi tramonti dell'autunno che l'han visto maturare.
- La Ricetta -
Vi propongo una marmellata tanto semplice quanto squisita: vi stupirete di quanto il profumo dei Jamy e delle mele cotogne riescano ad esaltarsi a vicenda.
Cosa ci serve:
Peperoncini Jamy, 150 grammi al netto dei semi
Mele cotogne, 350 grammi al netto di scarti e torsolo
Zucchero bianco, 250 grammi
Succo di limone
Spezie calde (da torta di mele)
Pulite bene i peperoncini, apriteli a metà e eliminate semi e placenta; pulite con cura anche le mele cotogne e eliminate il torsolo duro. Aggiungete il succo di limone, le spezie e mettete a cuocere a fuoco lentissimo finché il tutto non si sarà ben ammorbidito. Rendetelo una crema col frullatore a immersione o col passaverdure, aggiungete lo zucchero e rimettete sul fuoco finché non avrà raggiunto la giusta densità. Invasettate e sterilizzate come di consueto.
Ottima sia sui dolci che sul salato, specialmente i formaggi.
In primo piano nella foto, davanti alla marmellata di Jamy, potete vedere dei Fatalii e dei Bahamian Goat Pepper. Non confondeteli!